Dieta FODMAP: la dieta contro il colon irritabile

Autore: Dr.ssa Marta Lombardini

La sindrome del colon irritabile (IBS ovvero Irritable Bowel Syndrome) è una condizione molto diffusa nella popolazione, ne soffre circa il 16%. È maggiormente diffusa tra le donne in età fertile, ma può presentarsi anche nel sesso maschile e in qualsiasi fase della vita. Si caratterizza per gonfiore e dolori addominali, alterazione del transito intestinale con diarrea o costipazione e flatulenza.

La causa vera e propria non è completamente conosciuta, esistono differenti ipotesi sulla genesi di questa condizione, con ruoli importanti attribuiti ad infezioni dell’intestino, anomalie della motilità intestinale, stress e altri fattori. Attualmente la diagnosi si basa su criteri clinici e non esistono trattamenti medici specifici, ma farmaci che agiscono solo sui sintomi.  Da anni le varie società scientifiche di gastroenterologia e nutrizione, ritengono che la dieta abbia un ruolo fondamentale nella gestione del colon irritabile. In particolar modo negli ultimi anni, l’attenzione si è concentrata sulla dieta FODMAP.

La dieta a basso contenuto di FODMAP è stata proposta per la prima volta nel 2005 da un team di ricercatori della Monash University di Melbourne (Australia) e ha riscosso nel tempo un notevole interesse; infatti numerosi studi ne hanno valutato l’efficacia come trattamento del colon irritabile.

L’acronimo FODMAP sta per: oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili. Questi sono elementi, presenti in numerosi alimenti, che non vengono assorbiti nel piccolo intestino ma vengono fermentati dalla flora batterica intestinale, con conseguente produzione di gas. Questo fenomeno, in particolare nei pazienti affetti di IBS, potrebbe essere una delle cause del gonfiore e del dolore addominale. Con questa dieta si vuole ridurre l’apporto di alimenti ricchi di FODMAP per cercare di migliorare i sintomi intestinali.

Ma dove si trovano i FODMAP?

A seconda della classe di appartenenza, si trovano nei cereali, nella verdura e nella frutta, nei legumi, nel latte e derivati e in alcuni dolcificanti.

Come si articola la dieta?

La dieta si articola in tre fasi: la prima fase è quella di eliminazione, che dura circa 4-6 settimane, in cui si sospende il consumo di tutti quegli alimenti che contengono Fodmap.

La seconda fase è quella delle sfide, che ha una durata, a seconda del paziente, di 6-8 settimane, in cui vengono reintrodotti gradualmente i cibi contenenti Fodmap, in modo da identificare quantità e frequenza tollerate o non tollerate.

Infine, nella terza fase, si crea una dieta personalizzata ed equilibrata ben tollerata dal paziente. Questo tipo di dieta, a carattere restrittivo, deve essere mantenuta per un tempo limitato, non va condotta autonomamente, ma si consiglia la supervisione e il controllo medico (dietologo, nutrizionista, …) al fine di ottenere i migliori risultati evitando inutili squilibri nutrizionali.

 

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