Gravidanza: dolore alle gambe e ai piedi

Autore: Dr. Antonio Tori

gambe in gravidanza

 

Tra le molte cose che affliggono una futura mamma, certamente i sintomi che colpiscono le gambe sono tra i più frequenti e fastidiosi: stanchezza, irrequietezza, tensione, peso, formicolii, crampi notturni …… tutti questi sintomi sono più frequenti nei soggetti che:

  • hanno una familiarità per malattia varicosa
  • soffrivano di varici prima della gravidanza
  • sono alla seconda, terza, quarta gravidanza
  • sono costrette a stare a lungo in piedi
  • sono nel periodo estivo

Il problema non è solo squisitamente estetico, ma fa parte di una malattia cronica che può essere causa anche di gravi eventi morbosi. Per questo motivo è importante prevenire queste situazioni e intervenire in modo corretto attraverso una diagnosi precisa e una terapia adeguata.

Come mai certi sintomi sono più frequenti in gravidanza?

Innanzitutto sappiamo che il sistema venoso è deputato a riportare il sangue dalla periferia verso il cuore, quindi, quando la persona è in piedi, dal basso verso l’alto. Ci sono delle forze, per esempio la forza di gravità, che si oppongono e ostacolano questa risalita. Ma le vene sane hanno meccanismi di supporto che rendono questa “fatica” agevole. Molto diversa è la situazione quando le strutture del sistema venoso sono congenitamente deboli perché già ammalate.

É come quando si sale una montagna, mentre il sangue arterioso scende facilmente perché va in discesa ed è spinto dal cuore, il sangue venoso sale e se non ha  ausili perfettamente efficienti  (valvole, spinta plantare, pompa muscolare ….) non riesce a raggiungere la meta (il cuore) creando il ristagno che è la causa dei sintomi della malattia.

In gravidanza si verificano delle condizioni che tendono ad aggravare le strutture venose e a favorire cosi la comparsa della patologia.

Il volume del sangue della donna in gravidanza è superiore del 20% in quanto deve essere fornito ossigeno a due persone.  E quindi c’è un maggior lavoro per i vasi soprattutto quelli di “ritorno”.

Spesso si verifica una diminuzione del tono muscolare, cioè della elasticità delle vene deputata a compensare l’aumento del flusso sanguigno. Gli ormoni della “gravidanza” oltre a molte funzioni hanno la caratteristica di essere “miorilassanti” cioè intervengono sulla muscolatura liscia per far si che queste fibre si possano adattare alle modifiche funzionali più importanti. Si pensi all’utero, anatomicamente di piccole dimensioni, che  deve decuplicare il suo volume per accogliere il frutto del concepimento. Ma la muscolatura liscia è anche nelle vene, nel tessuto delle pareti intestinali…. Da qui  maggior distensione, minor capacità contrattile e quindi varici, emorroidi, stipsi.

Il bambino che cresce va a comprimere, sia quando la mamma sta in piedi che quando è distesa, le vene profonde creando un ostacolo meccanico al deflusso del sangue, accentuando il ristagno.

Infine una situazione legata alla composizione del sangue che, in parole semplici, perde dei fattori che rendono le vene “impermeabili” e si creano le condizioni per cui la frazione liquida del sangue si spande nei tessuti facendo comparire l’edema. Tanto è vero che i “piedi gonfi” in gravidanza sono quasi una “regola”.

E’ chiaro che esistono sufficienti motivi per tentare di prevenire e curare i problemi causati dalla malattia venosa cronica. Questo perché:

  • le varici contrastano il benessere fisico durante la gravidanza
  • possono comportare rischi per la salute (ad esempio le flebiti)
  • sono antiestetiche

Quindi come fare?

Innanzitutto il “fai da te” in medicina, aggravato dall’uso inappropriato dei consigli reperiti nel web,  può essere foriero di cattivi consigli, risposte inesatte o male interpretate. Diventa quindi indispensabile e importante affidarsi a una bravo Specialista in Angiologia in grado di formulare una diagnosi appropriata, valutare i rischi reali e/o ipotetici, fornire una terapia che consiste di solito nell’attenzione ad uno stile di vita corretto, ad un trattamento farmacologico idoneo e all’uso di contenzione elastica.


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