Cistite femminile: cura e prevenzione

Autore: Dr. Diego Riva

Che cos’è la cistite e come si manifesta?

La cistite è una infezione acuta della vescica dovuta ai germi che costituiscono la sua flora batterica normale (le urine infatti non sono mai sterili) che, per cause diverse (come ad esempio l’esposizione prolungata al freddo), diventano più numerosi o più aggressivi.

I sintomi della cistite sono abbastanza noti: necessità di urinare spesso con difficoltà a rimandare la minzione (urgenza minzionale), bruciore intenso durante o al termine della minzione, urine torbide o addirittura con presenza di sangue, malessere, fastidio in regione sovra pubica, a volte febbricola.

Come mai la cistite può essere recidivante?

La recidiva può dipendere dal persistere delle condizioni negative pre-esistenti (come il ristagno vescicale), ma, molto più facilmente, dall’indebolimento progressivo della sottile e delicata parete vescicale (parte mucosa) che non è più in grado di proteggersi dalla normale flora batterica.

Mentre le forme acute possono risolversi con una terapia di breve durata (2-5 giorni) con un farmaco chemioterapico di prima scelta, le forme recidivanti (più di 2 episodi in 6 mesi) richiedono un affronto specialistico.

Le infezioni si definiscono poi “complicate” se la paziente presenta fattori di rischio associati quali: diabete-stato defedato, gravidanza, catetere a permanenza, svuotamento vescicale incompleto.

Esistono dei fattori che predispongono alla cistite?

Sì, certamente. Tra i fattori predisponenti possiamo citare la stitichezza o la diarrea cronica, l’incompleto svuotamento della vescica, a volte per sovradistensione della stessa (per eccessiva introduzione di liquidi), prolasso genitale. L’eliminazione di questi fattori è essenziale, soprattutto nelle forme recidivanti.

Come si può prevenire?

Bisogna prima di tutto evitare i fattori predisponenti che abbiamo elencato. Nelle forme recidivanti è indispensabile assumere dei farmaci specifici per almeno 3 mesi, per permettere la completa guarigione della vescica. Altre terapie di supporto possono essere: acidificazione delle urine, normalizzazione della flora vaginale e intestinale, derivati del mirtillo rosso e/o probiotici come il D-Mannosio, estrogeni locali (ovuli o crema vaginale per un periodo di tempo di 2-3 mesi) nelle pazienti in menopausa.

Nelle recidive bisogna sempre richiedere il controllo sia dell’esame urine che dell’urinocoltura, per poter instaurare una terapia mirata.

L’alimentazione in questo caso specifico può aiutare?

La protezione dell’apparato urinario la si attua già sedendosi a tavola.

Generalmente è utile evitare cibi che possono causare diarrea ed è necessario favorire uno svuotamento intestinale regolare. In fase acuta e come prevenzione è necessario evitare i cibi piccanti, una consumazione eccessiva di carboidrati e di caffè.

È indispensabile inoltre avere una corretta idratazione evitando però una ingiustificata introduzione di liquidi durante la giornata in quanto potrebbe portare a uno svuotamento incompleto della vescica e quindi provocare la cistite.

Quali altri suggerimenti ritiene utili per la cura e la prevenzione della cistite?

Nei casi di cistiti recidivanti bisogna evitare assolutamente terapie empiriche in dosi e periodi insufficienti, o effettuate senza controllo pre e/o post-terapia dell’urinocoltura.

Nelle cistiti che seguono ad un rapporto sessuale, bisogna assumere un chemioterapico entro un’ ora dal rapporto.

La presenza persistente di sangue nelle urine o il sospetto di una patologia organica deve richiedere la ricerca di cellule anormali nelle urine e una ecografia delle vie urinarie.

L’esecuzione del tampone batteriologico uretrale può essere utile nella donna con batteriuria persistente.

In presenza di ristagno vescicale sono obbligatori uno studio urodinamico completo e una valutazione uro-ginecologica (per verificare un’eventuale presenza di prolasso genitale).

Gli antibiotici di 2° o 3° livello (Ciprofloxacina e derivati) vanno utilizzati sono in situazioni di rischio e dopo l’esecuzione dell’antibiogramma, in quanto una resistenza ad essi può rivelarsi molto pericolosa. Purtroppo in Italia ci troviamo a questo proposito in una situazione molto negativa proprio a causa dell’abuso di questi antibiotici.



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